Attilio De Paoli
La chiesa parrocchiale, da lui giovanissimo dipinta, resta il dono più caro lasciato ai suoi concittadini. Ricordandolo si vuole rendere un omaggio all’artista, amato, stimato, affermato, gloria di questa sua terra natia.
Recentemente, nell’anno 2002, 25° anniversario della morte, 1’Amministrazione presieduta dal Sindaco GAGGIANESI ha voluto intitolare all’Artista che amava firmarsi “Attilio De Paoli da Carbonara” la locale Scuola Elementare e la Via di accesso alla Scuola.
San Aldo Eremita
Nella solitudine della selva Carbonaria si internò a fare vita penitente il monaco S. Aldo o Alda (il Bossi in latino lo dice ‘beate Alile Heremitate’ e queste variazioni fanno pensare che l’origine del suo nome provenisse dalla Parola longobarda ‘ald’, che aveva il significato di vecchio. Ciò per il fatto che non a caso la memoria di S. Aldo si è conservata a Pavia, che fu per lungo tempo capitale del Regno dei Longobardi, e quindi è probabile che sangue longobardo scorresse nelle vene di questo santo eremita).
Il tempo preciso della sua dimora o permanenza in questi luoghi non si conosce, ma si può stimare fosse a cavallo dei secoli VI e VII. Gli storici dicono che dapprima insegnò la regola di S. Colombano a Bobbio e che poi venne nel pavese. Qui sorgeva infatti un monastero di antichissima data che poteva essere di appoggio al monaco romito. Si disse che morto, il suo corpo fu in codesto luogo seppellito e che poi, elevato agli onori dell’altare, i carbonaresi nelI’VII sec. circa gli dedicarono una cappella. Questa chiesetta poi scomparirà o andrà distrutta nei morosi barbari degli anni Mille, ma il corpo del santo, recuperato, sarà portato a Pavia nella chiesa di S. Colombano; questo sembra sia stato nell’anno 1087. Detta chiesa poi nel 1565 verrà soppressa e chiusa, quindi il corpo con altri santi verrà posto nella cattedrale, e nel 1592 in S. Michele. (Il vescovo di Sarzana – prov. di La Spezia – e eonte di Bobbio, Nicola Branzi, vi lasciò scritto a suo tempo un martiriologio poetico in onore a S.Aldo eremita).
Finché casualmente nel 1936 padre F. Pianzola – che della vita dei Santi in Lomellina aveva scritto – dava notizia fortuita all’allora parroco di Carbonara delle reliquie esistenti (erano ormai poche ossa), e fu così che finalmente i resti di S. Aldo, l’anno dopo, ritornarono nella terra parrocchiale di sua pertinenza e santità (che lo rappresenta e una forma in legno).
Qui è anche conservata una reliquia di S. Candido martire romano.
Oltre a S. Aldo eremita, che è il compatrono del paese, degno di menzione e Padre Paolo Antonio da Carbonara, gran teologo, ministro provinciale del Culto, che mori a Mede nel 1774 in concetto di santità .
Angelo Valvassori
Dall’Historie des hommes d’etat del XIX siècle (elegante opera stampata a Ginevra), il Pollini ha tratto alcune notizie che interessano l’ing. e ex deputato Angelo Valvassori che sono un continuo e meritato elogio a questo distinto carbonarese.
Angelo Valvassori era nato nel 1811 da genitori agiati ed onorati di Carbonara Ticino, e incominciati i suoi studi in Pavia, li finiva in Piemonte dove era laureato ingegnere idraulico.
Trascurando dall’esporre fatti di personale abnegazione dal Valvassori compiuti negli anni 1837 e 1854 in occasione dell’infiorimento del coleramorbus in Lomellina, ed altri atti di coraggio per cui si segnalò, come per es. in occasione d’inondazioni, e nel 1837 nel difendere da malandrini la famiglia del generale Maffei aggredita sui Giovi lungo lo stradale che per l’Appennino mette a Genova, si rammenta la parte ch’egli avrebbe avuto nella campagna del 1848. Concorse ad organizzare in Pavia una compagnia di volontari che furono poi compartecipi in molti fatti d’arme. Il Valvassori principalmente si distinse all’assedio di Peschiera, sì che, quando il prode soldato di indipendenza di mala voglia lasciava il campo per recarsi al Parlamento, dietro invito del Ministro della Guerra, Carlo Alberto volle averlo con se personalmente lo encomiò del dimostrato coraggio.
Scoppiata nell’aprile del 1858 la polveriera del Pallone a Torino, Valvassori, con Alfonso Laniarniora, furono dei primi sul luogo del disastro Ottenne perciò la medaglia al valor civile e dal Ministro della Guerra la decorazione di Cav. dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, in considerazione principalmente dei servigi militari prestati durante la campagna del 1848.
Fra le attività come Parlamentare propose la fortificazione di Casale nel 1854, e nel 1859 fu incaricato dal Ministro Cavour di far eseguire i necessari lavori per l’inondazione della Lomellina, alfine di ritardare la marcia dell’esercito Austriaco. E mal gliene colse; imperocché quando i tedeschi invasero la Lomellina e furono a Cà ndia, saputo che lì erano sepolti i corpi della moglie e del figlio di chi aveva tentato osteggiar loro il passaggio – veri vandali in pieno secolo XIX – arrivarono al sacrilegio di violare la tomba e di far dileggio dei resti.
Fu Maggiore della Guardia Nazionale di Cava e comandò i quattordici battaglioni di Guardia cittadina quando nel luglio del 1854 fu inaugurata la ferrovia da Alessandria a Novara. Portò i suoi lumi anche nell’agricoltura, ottenendo risultati soddisfacenti.
Scrisse sulla necessità d’adottare un linguaggio universale per la diplomazia e per gli scambi commerciali proponendo la lingua francese come la più facile e già più estesa.
Fu poi nominato commissario regio per le Ferrovie, e per ultimo ispettore del traforo delle Alpi.
L’ing. Valvassori quando era commissario delle ferrovie aveva caldeggiato anche il progetto di una linea ferroviaria che collegasse Pavia alla Lomellina per comodità dei suoi compaesani. Sicché nel 1862 si stabilì di fare il collegamento ferroviario tra Torreberetti e Pavia, rimanendo però la linea – e di conseguenza la fermata di Carbonara – molto lontano, in territorio di Sommo. Morì intorno al 1880 in Torino.
Negli anni dopo il 1880 si costruì la Vercelli-Pavia e nello stesso tempo il tronco Carbonara-Cava Manara (questa fu voluta dall’allora ministro stradellino Depretis); e così questa fermata divenne stazione con il nome di Cava Carbonara (prima la chiamavano la fermata della Ca-Bianca, dal nome del cascinale vicinorio).
I Sindaci dal dopoguerra ad oggi
Anno 1946 – Angelo GORINI
Anno 1951 – Felice NEGRI
Anno 1956 – Angelo GORINI
Anno 1960 – Angelo GORINI
Anno 1964 – Angelo GORINI
Anno 1970 – Angelo GORINI
Anno 1975 – Sergio GAGGIANESI
Anno 1980 – Paolo GANDOLFO
Anno 1985 – Paolo GANDOLFO
Anno 1990 – Sergio GAGGIANESI
Anno 1995 – Sergio GAGGIANESI
Anno 1999 – Sergio GAGGIANESI
Anno 2004 – Germano MIATTON
Anno 2009 – Germano MIATTON
Pagina aggiornata il 03/11/2023