Canarazzo
Questa piccola frazione formatasi dopo la completa e salda arginatura del Ticino, era nata in mezzo ai canneti appena al di là dell'argine. Vi erano pescatori e boscaioli che sfruttavano principalmente le risorse del fiume, e alcun'altri contadini addetti alla bonifica del terreno paludoso.
La chiesetta della vicina cascina Campomaggiore figurerebbe la chiesa del Canarazzo. Qui vi era nel 1800 la Caserma del preposa, cioè il gabelliere e stradiere che curava gli argini.
In questa frazione vi abitano circa 13 famiglie (anno 1982).
Cascina Campomaggiore
A valle, in territorio di Carbonara, c'è il cascinale di Campomaggiore.
Detta località, con annesso alcun altri piccoli cascinali, nei tempi passati ha fatto parte per un po' di tempo del territorio così detto dei “Corpi Santi” di Pavia, ed era unito alla parrocchia di S. Gervasio per poi passare a quella di S. Lanfranco sempre di Pavia. Questa dipendenza cesserà nel 1738, quando Campomaggiore sarà posto sotto lo Stato Sardo.
Questo luogo è indicato sovente nelle antiche carte Campus Major, e in una di esse si legge che qui presso esisteva un luogo detto ‘Caminum', e che un prato vicino a questo loco era detto della pace, perché San Crispino I, vescovo di Pavia dal 433 al 466, comprò detto prato per riappacificare due fratelli.
Già civilmente sotto Umido sino al 1805, quindi poi aggregato a Carbonara insieme allo stesso e Sabbione, dopo la caduta di Napoleone (1814), Campomaggiore sarà incorporato nel Comune di Zerbolò per poi ritornare a Carbonara nel 1866.
Sino a questo periodo codesto luogo era posto di transito a continuazione della strada comunale proveniente da Santa Sofia aldilà del Ticino, quindi da questo porto a Campomaggiore sulla strada maestra che portava a Sabbione per Carbonara.
Questa possessione, già dei nobili Flamberti, verrà acquistata nel 1676 dai fratelli marchesi Carminali di Milano. Passerà, dopo la metà del 1700 per eredità, ai marchesi Malaspina di Sannazzaro de' Burgondi.
Nel 1703, i Carminali avevano fatto costruire l'oratorio e consacrato.
Questo era dotato di un beneficio per il cappellano. Avrà annesso una piccola area che fungerà da cimitero sin verso la fine del 1700. Era vice-cura.
Sino a pochi anni fa ogni sabato un sacerdote celebrava la Messa con la partecipazione degli abitanti delle cascine vicinorie (circa 45 persone. Nella metà del 1800 erano 250). La chiesetta è appellata alla B.V. Assunta.
Cascina Menocchia
Un cascinale degno di rilievo è la Menocchia che, posta già in terreno infecondo e intrattabile, nella metà del 1800, il ricco e intelligente agricoltore Pietro Sozzani (1806-1875), trovò il mezzo di vincere la ritrosia della natura, e ricorrendo a tutti i più moderni ritrovati, in breve volger d'anni ridusse fiorente e produttivo quel suo latifondo. Una commissione, che fu a visitare i lavori che si erano praticati, aggiudicò al valente agronomo una ben meritata medaglia d'oro.
Cascina Sabbione
La località Sabbione invece è posta nella vallata sulla antica strada tendente da Pavia a Mortara; è nominata in una carta del 1192, di cui ci conservò copia lo storico pavese Ballada, e per essa sappiamo esser il prevosto di S. Giovanni in Domnarum venuto a transazione con certi Piscaria riguardo ad un prato ed un canneto posto ad Sablonum.
Il Pianzola dice che era comunello e parrocchia e nel medioevo fu dissodato dai monaci di Carbonara. Aveva la chiesetta dedicata alla natività della Madonna e già ne era patrona l'Ospedale di Pavia.
Nel 1374 fecero i pavesi costruire al Sabbione una bicocca, torre destinata a ricevere armati per vigilare sulle mosse del nemico. Pare che questo ufficio fosse adempito dagli stessi abitanti. Un ordine della Comunità di Pavia del 1387 dispone perché sia riparata la strada che conduceva a Sabbione - fiat reaptatio stratarum a Sablono usque prope pontem Gravaroni - Sabbione è anche nominato in altro decreto municipale pavese dell'11 febbraio 1493.
Furono signori di Sabbione, da circa la metà del 1600 sino verso la fine del 1700, gli Olevano, feudatari della vicina Cava. Sabbione per un certo periodo appartenne anche all'insigne casa Medda.
L'antico Sabbione, che è nella parte alta, è territorio di Carbonara, mentre la parte in basso è sotto S. Martino Sicc. In totale, al 1982, vi erano quattro famiglie (nel 1800 veliti circa).
Qui, su un rilievo del dosso, era nata la chiesetta di Sabbione. Di questo oratorio poco si sa. Certamente è molto antico e si presume fosse stato costruito verso il Mille. Appellato allo Spirito Santo, serviva per officiare domenicalmente per il piccolo abitato. Fatta a capanna, da un po' di anni abbandonata e spogliata di tutto, ora e per metà crollata e pericoloso accedervi. Aveva sull'altare in mattoni e raffigurato su pala murale l'immagine della Madonna chiamata nel sonno, opera di anonimo, e su un fianco un affresco raffigurante il Crocefisso di egregia fattura, anch'esso di autore ignoto.
In riguardo al titolo, il Tagliacarne scriveva (nella metà del 1800) essere questa sotto il titolo di S. Tommaso. Era chiamata anche S. Anna!
Detta chiesetta (o ruderi), come la località, sono ancora di proprietà dell'Osp. S. Matteo di Pavia.
Pagina aggiornata il 31/07/2023